E finalmente, nel dicembre 2016, è tornato a brillare anche il secondo dei due ingressi monumentali situati nell’Atrio Quadrato, in sommità alla Scala d’Oro di Palazzo Ducale, a Venezia, grazie a un intervento di restauro durato quattro mesi. Entrambi i portali che sovrastano la Scala d’Oro sono stati così definitivamente restituiti alla città e ai visitatori del Palazzo simbolo di Venezia nel mondo. I lavori di restauro dei due portali sono stati sostenuti, infatti, commercializzando le nostre insalate fresche, sane e naturali, raggiungendo passo dopo passo la quota necessaria.
L’avventura è cominciata nel 2015,quando abbiamo deciso di impegnarci a finanziare, in collaborazione con il gruppo Eataly, il restauro del portale sommitale della Scala d’Oro. Eataly ha supportato l’iniziativa garantendo la vendita delle insalate a marchio “Gli Orti di Venezia per Eataly” negli store del gruppo. I lavori sono durati ben cinque mesi e si sono conclusi in Agosto 2016.
Quando si è manifestata la necessità di un recupero anche del secondo portale, che dà accesso ad un piccolo ambiente, oggi non accessibile agli itinerari di visita denominato sala del Savio alla scrittura, non abbiamo voluto tirarci indietro e ci siamo adoperati per garantire anche la copertura economica del restauro del portale “gemello” a quello del primo intervento.
In poco tempo siamo riusciti a coinvolgere la clientela della provincia di Venezia e alcuni marchi della grande distribuzione fra cui supermercati Conad, Punto Simply, e Ipermercati del gruppo Iper Tosano di Verona ai quali oggi va il nostro grande ringraziamento.
Per noi è stato motivo di orgoglio e soddisfazione perchè l’operazione, nel complesso, ha rappresentato la prima occasione di restauro per i portali cinquecenteschi collocati nell’Atrio vestibolo delle sale in cui si riunivano i più importanti organi di governo veneziani e caratterizzato dal soffitto intagliato e dorato che incastona dipinti del Tintoretto.
Ad eseguire i lavori è stata la ditta veneziana Lares Srl che aveva già eseguito, all’inizio degli anni 2000, il restauro della restante parte della Scala d’Oro.
Alcune immagini della conferenza stampa organizzata per presentare la fine dei lavori, il 16 dicembre 2016
APPROFONDIMENTI
LE FASI DEL RESTAURO
PORTALI SOMMITALI DELLA SCALA D’ORO D’ACCESSO ALLE SALE ISTITUZIONALI. PALAZZO DUCALE. La storia.
I portali che si affacciano sull’Atrio Quadrato di Palazzo Ducale si inseriscono cronologicamente in quella lunga serie di lavori di ristrutturazione iniziata nel 1483 nell’Ala Orientale del Palazzo e proseguita nel resto dell’edificio fino agli anni Sessanta del XVI secolo.
Il progetto in particolare di una scala d’onore, interpellati architetti come il Sanmicheli e il Palladio, fu affidato infine a Jacopo Sansovino che ne realizzò la parte iniziale sotto i dogi Lorenzo e Girolamo Priuli che governarono tra il 1556 e il 1567. L’ultimazione dei lavori fu invece seguita dallo
Scarpagnino dal 1559 e poi sotto il dogato di Venier. L’arco con lo stemma del doge Andrea Gritti era stato eretto in precedenza a partire dal 1538 ed in corrispondenza di una scala lignea provvisoria. La Scala d’onore fu denominata d’Oro per le fastose decorazioni della volta a botte eseguite in stucco e foglia d’oro a partire dal 1557 da Alessandro Vittoria e affrescate nei riquadri da Giambattista Franco.
La Scala, nata dall’esigenza di separare gli ambienti dedicati alla privata abitazione del doge dal Palazzo di Giustizia, si articola su cinque rampe, l’ultima delle quali si affaccia sull’Atrio Quadrato, sorta di vestibolo delle sale in cui si riunivano i più importanti organi di governo. L’ambiente è caratterizzato dal soffitto intagliato e dorato che incastona dipinti del Tintoretto mentre l’apparato architettonico è scandito da pilastri lapidei, compositi e scanalati.
I Portali a chiusura della Scala d’Oro sono coronati da due arconi sommitali, decorati a riquadri con bassorilievi finemente scolpiti che raffigurano scene fortemente simboliche che rimandano ad avvenimenti storici, commemorativi e ai temi cari ai Veneziani quali potenza, forza militare, saggezza e giustizia. In particolare sugli stipiti è rappresentato il leone nella versione raccolta “in moléca” in posizione frontale e accovacciato, in questo caso con il libro chiuso a simboleggiare la sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature.
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